La paperella Bighiri
C’era una volta, ma non molto tempo fa,una paperella di nome Bighiri.
Questo nome può sembrare strano tra gli umani, ma è molto comune tra le varie tribù di papere e anatre, soprattutto nella zona di Verza Town.
Verza Town è un paese chiamato così perché vi crescono tantissime verze, e dato che papere e anatre sono ghiotte di questa verdura, si trasferirono in quel posto da moltissimo tempo ormai.
Qui vivono felici e possono fare ciò che più piace a loro : sguazzare nell’acqua !!!
Infatti, appena fuori del centro abitato c’è un boschetto, non è molto grande ma ha un bellissimo stagno piuttosto sicuro e protetto da tanti alberi, e le nostre amiche papere lo adorano !!!
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Il boschetto si chiama “la Bria”, nome che gli avevano dato gli umani e che le papere avevano tenuto perché suonava bene e piaceva a loro.
Ma ora parliamo della paperella Bighiri, dopo aver descritto un po’ Verza Town e dintorni.
La nostra Bighiri è una brava paperella ubbidiente e gentile, ha una mamma papera della razza “Quaquele” (originaria dei paesi freddi del Nord) che si chiama Bimbu e un papà di nome Bighirone (per gli amici Bimbone, ed è originario della zona di Verza Town) ,è di razza “Squaquerone” ed è abbastanza corpulento, ha due ali grosse grosse ma comunque fa fatica a volare perché ha dei problemi col decollo (ha un po’ di pancia, che lo intralcia…), quindi preferisce spostarsi camminando.
Nelle sue passeggiate e nelle visite allo stagno, è seguito da mamma Bimbu e figlia Bighiri, e da qualche amico…
La piccola Bighiri nacque poco tempo dopo che mamma Bimbu e papà Bighirone si erano trasferiti in una nuova casa, e la sorpresa della nascita fu molto gradita ai due paperi !!!
Passo qualche anno e la paperella cresceva, così Bimbu e Bighirone decisero che era tempo di dare un fratellino o una sorellina a Bighiri.
Ma i due paperi non avevano fatto i conti con le caratteristiche delle loro diverse razze di appartenenza : difatti quando un maschio “Squaquerone” si sposa con una femmina “Quaquele”, e vogliono avere dei cuccioli, succede una cosa particolare.
Innanzitutto nascono solo femmine, inoltre la prima volta ne nasce una sola, la seconda volta ne escono due, e se volessero provare una terza volta ne nascerebbero tre !!!
Nacquero così altre due paperelle molto belle e simpatiche sin dai primi giorni di vita, e i parenti di mamma e papà li avvisarono di ciò che poteva accaddere se avessero provato a fare altri cuccioli… Bimbu e Bighirone decisero così che tre paperelle potevano bastare.
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Bighiri fu molto contenta di avere due sorelline, e lo furono molto anche mamma e papà, anche se rimasero un po’ stupiti dalla cosa, dato che non erano a conoscenza del fatto dei cuccioli, che dipendeva dalle loro razze diverse.
Le due paperine vennero chiamate Lulù e Tidy, nomi sempre molto usati nelle tribù di paperi.
Comunque mamma e papà non ebbero grossi problemi, dato che erano aiutati molto da Bighiri e dai nonni, soprattutto dai genitori di Bimbu che abitavano vicino a Verza Town.
Le tre sorelle paperelle giocavano molto assieme tra di loro, visto che Lulù e Tidy erano un po’ cresciute ed avevano imparato a nuotare. Giocavano tanto anche mamma e papà e passavano moltissimo tempo tutti assieme nello stagno del boschetto della Bria.
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Ma un brutto giorno dalle parti di Verza town arrivò, non si sa come, un coccodrillo di nome Aldone e si sistemò presso lo stagno del boschetto della Bria.
Probabilmente era scappato da qualche zoo di umani…
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Questo coccodrillo era molto affamato, e così divorò in un mese 30 papere,
1 al giorno !!!
Le catturava nascondendosi in una siepe e balzando in acqua come un fulmine, ne faceva un sol boccone.
Poi si metteva a dormire e dopo, per digerire si faceva una passeggiata nei dintorni sperando di trovare qualche altro animale da mangiare.
Tutte le papere e i paperi avevano paura, sia grandi che piccoli e i genitori raccomandavano ai propri cuccioli di stare chiusi in casa e in modo particolare
di non andare a giocare allo stagno, altrimenti il coccodrillo Aldone se li sarebbe divorati !
Passò un po’ di tempo e purtroppo qualche altra papera ci lasciò le penne, oltre a qualche altro animale (castori, lepri, conigli, galline…) che viveva nei dintorni, finchè un bel giorno papà Bighirone stufo di non poter più andare con la sua famiglia a sguazzare nello stagno, decise che era ora di sbarazzarsi di Aldone !!!
Ma non sapeva come e cosa fare, così decise di dormirci sopra e all’indomani avrebbe sicuramente trovato qualche soluzione.
Durante il sonno gli apparve in sogno il Grande Spirito Manitou, padre di tutto l’universo e di tutta la natura (anche degli umani…) nella forma di un lupo grigio in mezzo ad una tempesta di neve.
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Il grande Manitou fece ricordare a Bighirone una cosa che aveva visto qualche tempo fa e che lo avrebbe sicuramente aiutato a togliere di mezzo il coccodrillo Aldone.
Si svegliò la mattina seguente e ne parlò subito con Bimbu, Bighiri, Lulù e Tidy che lo incoraggiarano subito, anzi Bighiri addirittura decise di aiutarlo !
Praticamente una volta, durante una delle sue passeggiate, Bighirone aveva conosciuto un castore di nome Taddeo e questi gli aveva mostrato una strana roccia piuttosto grossa a forma di papera (o anatra…), e gli disse anche che con poco sforzo si sarebbe riuscita a spostare e a trasportarla da qualche altra parte se si voleva…
Chiamando qualche amico per farsi aiutare, i paperi si recarono (c’era anche Bighiri…) presso un altro stagno lì vicino chiamato “il Vulton”, dove viveva il castoro Taddeo e gli raccontarono cosa avevano intenzione di fare per togliersi dai piedi Aldone.
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Il castoro Taddeo volle aiutarli e così spostarono e caricarono la grossa roccia a forma di papera sul carretto che aveva portato l’amico ocone Pisquizio, che abitava nel paese di “La Ciarela”, abitato solo da oche.
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Tornarono a Verza Town, e sempre con l’aiuto degli amici Bighirone e Bighiri, assieme anche a mamma Bimbu, Lulù e Tidy, dipinsero la grande roccia, in maniera che sembrasse una papera, con dei colori speciali che lo gnomo “Barfo”, conosciuto da Bighirone sempre durante una delle sue lunghe passeggiate, gli aveva regalato.
Lo gnomo Barfo aveva preso questi colori da una pentola che si trovava alla fine dell’arcobaleno del boschetto della Bria, e quindi si trattava di colori magici !!!
Dopo aver terminato di dipingere la roccia, la portarono allo stagno della Bria senza farsi vedere dal loro nemico coccodrillo Aldone, la fecero scivolare in acqua e… Sorpresa !!! Grazie ai colori magici la roccia pur essendo molto pesante non andava a fondo come avrebbe dovuto accadere, anzi galleggiava tranquillamente !
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Fecero appena in tempo a nascondersi quando Aldone tornò dalla sua passeggiata quotidiana.
Non si accorse subito della roccia-papera, allora Bighirone starnazzò forte forte richiamando l’attenzione del coccodrillo, che vista la grossa preda si gettò subito in acqua convinto di farsi una bella scorpacciata di papera.
Spalancò la bocca come mai aveva fatto e fece un sol boccone della finta papera, che così non fu più a contatto con l’acqua dello stagno e svanì quindi l’effetto della magia dei colori del gnomo Barfo.
Appena il coccodrillo Aldone ebbe richiuso la bocca ed inghiottito la preda, si sentì un grosso peso nello stomaco e cominciò ad affondare nello stagno finchè arrivò sul fondo e li si appoggiò.
Si racconta che si trovi ancora lì sotto, e che non riesca più a muoversi e i pesci che gli passano accanto lo prendono in giro perché sanno come si è fatto ingannare dai paperi.
Fu così che paperi e papere si dimostrarono più furbe del coccodrillo Aldone e poterono tornare tranquillamente al loro stagno della Bria a sguazzare nell’acqua come una volta.
Ci tornarono anche le due paperelle Lulù e Tidy assieme alla sorella maggiore Bighiri e a mamma Bimbu e papà Bighirone, passando tanto tempo a giocare assieme, felici e spensierati.
La storia del coccodrillo arrivò molto lontano, fu raccontata presso altre tribù di paperi e papere ed anche in tribù di altri specie di animali, che così conobbero la furbizia della tribù di Verza Town, imparando che a volte la forza e la cattiveria vengono sconfitte dall’astuzia e dalla bontà.
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