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MITAKUYE OYASIN
Siamo tutti fratelli
(saluto rituale Lakota)

Elenco blog personale

mercoledì 9 marzo 2011

venerdì 4 febbraio 2011

Per tutte le volte che son stato pietra,
Per tutte le volte che son stato vento,
Per le volte che sono rimasto fermo
E per quelle che sono fuggito
Ho tenuto una collana con i giorni che ho vissuto:
A volte ho mangiato,
A volte loro hanno mangiato me.
Ma se saprò sempre sorridere verso i ltramonto,
il cerchio sarà una ruota.

Volpe Rossa il benzinaio nativo americano
(da : il mio nome è Herbert Fanucci - di Davide Van De Sfroos)

venerdì 15 ottobre 2010

:)

1000 pensieri attorcigliati, 100 voglie di evadere e scappare lontano, 10 avventure soltanto sognate... 1 realtà che è veramente fantastica!!!

mercoledì 29 settembre 2010

capo Giacca Rossa - Seneca

Giacca Rossa
(Sa-go-ye-wat-ha)
Giacca Rossa

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Nato: nel 1752 a Canoga Point
Morto: 20.01.1830 a Buffalo

Tribù: Seneca


I nomi di quest'uomo caratterizzano nel modo più appropriato le sue qualità come per nessun altro personaggio indiano. Il nome originario di Giacca Rossa era Oc-ti-tiani, che significa "sempre pronto" che richiama alla sua arte oratoria, già molto sviluppata in gioventù, e alla sua prontezza. Più tardi ebbe il nome Sa-go-ye-wat-ha "colui che tiene svegli gli uomini". Nel corso della sua vita egli ha onorato totalmente questo nome. Tuttavia divenne famoso con il nome di "Giacca Rossa" che riporta ad un'altra caratteristica basilare del suo carattere: la sua vanità. Un ufficiale inglese, riconoscente nei suoi confronti per avergli portato alcune volte dei messaggi, gli aveva regalato una giacca scarlatta molto ricamata, che lo rese tanto felice e che indossò sempre. Nonostante i suoi genitori fossero semplici indiani Seneca, fu presto tenuto in considerazione per le sue capacità oratorie. La sua efficacia come oratore deve essere stata straordinaria; in una cronaca contemporanea si dice:

Con la dignità di un senatore romano, lasciò vagare lo sguardo sulla folla. Tutto taceva, nulla interrompeva la quiete, si udiva solo il dolce stormire degli alberi, alla cui ombra sedevano. Parlò della buona fede del suo popolo e dei misfatti che i bianchi avevano perpetrato contro di lui, con parole tanto convincenti che gli ascoltatori si sentivano spinti alla vendetta o vicini alle lacrime.

Il suo comportamento durante le trattative a Fort Stanwix, nel 1784, lo resero ancora più famoso. Il suo discorso appassionato in difesa del trattato costrinse anche i suoi nemici a portargli rispetto. Poco dopo fu eletto capo. Le donne Irochesi che nell'organizzazione della tribù avevano grande peso e potevano nominare e destituire i capi, lo nominarono loro portavoce. Nel 1791, Giacca Rossa era membro della delegazione dei Seneca che si presentò a Washington ed era anche tra i cinquanta capi che si recarono a Filadelfia nel 1792. In questa occasione gli fu consegnata una medaglia d'argento, ma rifiutò un'uniforme americana, poiché era un capo pacifico. Quando però gli si propose un semplice abito preferì l'uniforme, con l'astuta giustificazione che in fondo in tempo di guerra sarebbe stato un capo guerriero. A riprova del suo linguaggio forte e colorito e delle sue capacità oratorie che gli valsero il soprannome di "Demostene indiano", può essere utile il seguente passaggio di uno dei suoi discorsi:

Come una piccola isola ci eleviamo dal vortice di una grande distesa d'acqua. Lo spirito cattivo cavalca sul vento e le acque si agitano. Si alzano furiose contro di noi e se le onde ci sommergeranno saremo scomparsi per sempre. Chi si rammaricherà della nostra scomparsa? Nessuno! Scompariremo tra gli elementi.

Dopo queste parole alcuni interpreti dichiararono che la lingua inglese non era abbastanza ricca per riprodurre la bellezza del suo discorso. Per tutta la vita nutrì molta diffidenza nei confronti del Cristianesimo. Secondo il suo modo di pensare indiano non era valida una religione che non permettesse ai suoi aderenti di diventare uomini migliori di quanto non lo fossero i bianchi. La sua acuta argomentazione è valida ancor oggi. Così rispose a un missionario che lo voleva convertire:

Fratello, dici che vi è una sola possibilità di servire e onorare il Grande Spirito. Se anche esistesse una sola religione, perché voi bianchi ne sareste tanto lontani? Perché non siete uniti se tutti potete leggere il libro?' Fratello noi non riusciamo a capire tutto ciò. Sappiamo che i vostri antenati avevano già una religione che è stata tramandata da padre in figlio. Anche noi abbiamo una religione che avevano già i nostri antenati e che hanno tramandato a noi, i loro figli. Noi la pratichiamo a modo nostro. Ci insegna ad essere riconoscenti per ogni grazia che riceviamo, ad amarci l'un l'altro e a vivere in armonia. Non litighiamo mai per motivi religiosi, poiché è una faccenda per cui ogni uomo deve vedersela personalmente con il Grande Spirito. Fratello, non vogliamo distruggere la tua religione o togliertela, ma desideriamo mantenere la nostra. Fratello, siamo venuti a sapere che in queste zone predichi anche ai bianchi. Questi bianchi sono nostri vicini, li conosciamo. Staremo a vedere che influenza avranno le tue prediche su di loro. Se decideremo che hanno influito positivamente, che sono diventati leali e cercano in minor misura di imbrogliare gli indiani, ripenseremo alle tue parole.

Purtroppo quest'uomo di grande talento non era in grado di capire fino in fondo gli intrighi dei bianchi, a cui contribuì non solo la sua vanità ma anche la sua dipendenza dall'alcool, da cui del resto egli stesso metteva spesso in guardia. Non è dato sapere quali sarebbero state le conseguenze se, alla forza delle sue parole, avesse abbinato una personalità come quella di Joseph Brant o di Tecumseh. Purtroppo il confronto con Tecumseh mette molto in ombra la sua figura. Nel 1810, informò il rappresentante inglese dei tentativi del grande capo degli Shawnee di far entrare i Seneca nella sua grande Confederazione indiana. Due anni dopo offrì addirittura il suo aiuto agli Americani e soffrì molto quando fu rifiutato. Ora anche i vecchi intrighi di Giacca Rossa contro Joseph Brant ricadono sul suo autore: aveva tessuto la sua tela e ottenuto un'accusa di stregoneria. Tuttavia un'appassionata difesa, durata tre ore, lo salvò. Con la medesima bravura era riuscito ad evitare la destituzione da parte di ventisei capi vicini al Cristianesimo.

La parte cristiana si è messa contro la legge dei nostri antenati. Oh! Il mio cuore è pieno di angoscia quando mi guardo intorno e vedo il mio popolo nella sua attuale situazione. In passato unito e nel pieno delle forze, ora diviso e debole. La condizione del mio popolo mi riempie di tristezza. Se il Grande Spirito mi prende e andrò nell'aldilà, chi tra il mio popolo può prendere il mio posto?

Personalmente non ebbe un destino facile. Aveva lasciato la prima moglie perché gli era infedele. Alcuni dei suoi figli morirono di tubercolosi. La sua seconda moglie si convertì al Cristianesimo per cui si separò da lei, anche se più tardi si riappacificò con lei. Nel suo ultimo discorso ammoniva:

Vi lascerò presto e quando sarò morto non ascolterete più i miei avvertimenti e non li dovrete seguire, anzi la scaltrezza e l'avidità dei bianchi prenderanno il sopravvento.

Il 20 gennaio 1830, all'età di 78 anni, morì. Nel 1884 le sue spoglie furono trasferite a Buffalo nel cimitero di Forest-Lawn. Karl May visitò, nel 1908, la tomba di Sa-go-ye-wat-ha. Una fotografia mostra il monumento del grande oratore indiano e ai suoi piedi il poeta che con il suo immortale Winnetou ha eretto il monumento di gran lunga più bello.

lunedì 27 settembre 2010

pensieri in libertà... la religione e i preti cattolici...

Ultimanente sto leggendo un libro che racconta leggende e miti dei nativi americani, soprattutto relativamente alla creazione del mondo e della razza umana.

Devo dire che ho trovato molte analogie con quanto ci propinano i "nostri" preti cattolici.

Io ho la mia idea verso la religione cattolica e i preti, che di base NON è molto positiva, queste letture hanno confermato il mio pensiero...

Quello che NON voglio accettare è l'assolutismo che danno al cattolicesimo, non puoi "spacciarmi" certe cose, certe affermazioni, certe imposizioni come provenienti direttamente da Dio, quando invece sono state "inventate" da uomini (preti) come me e come il resto della razza umana...

Troppe proibizioni poi, una religione secondo me, dovrebbe indicare un cammino, fornire indicazioni spirituali, non proibire, negare, vietare...

Per come la penso io, sono molto più "religioni" quelle asiatiche e indiane, che lasciano l'individuo "libero" di vivere le cerimonie e i vari riti...